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Il capitano Nick Nosti chiude a Rovigo una carriera da incorniciare

Il capitano ha detto stop. Ma non è così difficile immaginarlo sul diamante rossoblù con un altro ruolo. Quella di domenica 21 settembre contro Senago anche per Nicholas Nosti è stata l’ultima partita con la casacca dell’Itas Mutua Baseball Softball Club Rovigo. Un’ultima passerella vincente, chiusasi con l’abbraccio di tutto il batti e corri rodigino, esteso ai compagni di squadra Enrico Crepaldi e Dauri Javier Diaz, anch’essi al passo d’addio al baseball giocato.
“E’ stata una giornata speciale. Dopo 34 anni di baseball non è stato facile smettere – racconta il giocatore italo-americano – Alla fine del quinto inning di gara due, quando Enrico è sceso dal monte di lancio, ho realizzato che da lì a poco sarebbe toccato anche a me. Ho chiuso all’ottavo inning con un doppio che ha portato un punto per Rovigo. Da lì in avanti è stato un vortice di emozioni. Ho visto qualche mio compagno piangere e mi sono lasciato andare anch’io alla commozione”.
Originario di San Francisco, in California, Nicholas Gidon Nosti, per tutti Nick, è arrivato a Rovigo nel 2010 con due obiettivi: dare continuità alla sua carriera e conoscere il paese dei suoi bisnonni. “Dopo l’università ho sperato in una chiamata dalla Major League, che però non è arrivata – ricorda – La mia manager mi propose un ingaggio in Indipendent League oppure un’esperienza in Italia. Il mio bisnonno partì dall’Italia per cercare fortuna negli USA, avevo il desiderio di scoprire qualcosa di più delle mie origini e ho accettato la proposta di Rovigo. Onestamente, avevo intenzione di giocare solo una stagione in maglia rossoblù, ma ho trovato subito un ambiente fantastico e, soprattutto, ho conosciuto Valentina, che poi è diventata mia moglie”. Un impatto con il mondo rodigino davvero travolgente, tanto che il forte esterno considera quella prima stagione in Polesine come uno dei momenti più belli di tutta la sua avventura rodigina: “Era il mio primo campionato fuori dagli USA, ma mi sono ambientato subito molto bene. Battevo a 530 di media, ho fatto una grande stagione – racconta – Ma sicuramente il momento più emozionante di tutta la mia carriera a Rovigo è stata la fine della seconda stagione, nel 2011: al termine della finale persa contro Arezzo, mi sono inginocchiato sul diamante e ho fatto la proposta di matrimonio a Valentina attorniato dai miei compagni di squadra”.
Le formidabili qualità di battitore hanno portato Nosti a vestire anche le casacche del Bologna e del Padova. Con i felsinei ha raggiunto l’apice della sua carriera, vincendo Campionati, Coppe europee e Coppe Italia, ma la sua nuova casa era ormai diventata Rovigo e non è stato difficile nel 2020 accettare la proposta di tornare a vestirsi di rossoblù. “Ero convinto che quel giovane gruppo di giocatori avrebbe raggiunto risultati importanti – spiega Nick, che dell’Itas Mutua Rovigo è diventato anche il capitano – E’ un ruolo importante che ho cercato di ricoprire al meglio. Sono una persona di poche parole, mi piace dare l’esempio con i fatti. Tanti giovani mi hanno visto e continuano a vedermi come un riferimento. E’ stato un grande onore”.
Pur senza i grandi di capitano, Nick Nosti potrebbe essere ancora un esempio per tanti giovani del Baseball Softball Club Rovigo. “Ancora non ho deciso il mio futuro. A inizio ottobre abbiamo la Coppa Italia da giocare, poi sicuramente staccherò un po’ e mi prenderò del tempo per pensare. Magari mi verrà voglia di fare ancora la mia parte nel mondo rossoblù con un altro ruolo. Quanto allo sport giocato, penso accetterò l’invito del mio ex compagno Mike Rondina e proverò a giocare a basket nel campionato Uisp – spiega Nosti – Comunque una cosa è certa: Rovigo è diventata casa mia, mi sento un rodigino al 100%, al punto che ormai quando torno negli USA mi sembra di andare in vacanza”.

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